Vi spiego le varici

04.10.2013 12:39

Vi spiego le Varici

 

Qui di seguito un po' anatomia e fisiologia ad uso di Voi pazienti, utile a comprendere quanto di seguito Vi racconterò con un linguaggio, spero comprensibile ai più di Voi.

Il sangue ossigenato raggiunge tutte le cellule attraverso i tubi ARTERIOSI.

Da un unico tubo che esce dal cuore ( Arteria AORTA ) attraverso suddivisioni successive si arriva all'arteriola terminale; questo sistema costituisce solo un sistema di tubi di trasporto impermeabili.

Alla fine dell'arteriola terminale inizia invece un tubicino permeabile, cioè con pareti attraverso le quali molte ma, non tutte le sostanze presenti nel sangue, possono fuoriuscire; e sostanze al di fuori del vaso possono entrare.

Questo tubicino si chiama CAPILLARE e non ha niente a che fare con quei vasi venosi piccoli ma dilatati della cute delle gambe ,e non solo, che le donne chiamano capillari.

Molte cellule intorno al capillare prelevano i “rifornimenti” e cedono le”scorie”.

Il tubicino capillare, all'estremità opposta, da permeabile torna ad essere impermeabile trasformandosi nella più piccola delle vene: la venula che confluendo con altre, darà luogo ad un sistema di tubi venosi sempre più larghi e sempre meno numerosi fino ad un ultimo collettore la Vena CAVA che rientra nel cuore.

Non solo; per il “ritorno” al cuore c'é un altra via quella di vasi linfatici; nell'interstizio troviamo infatti degli altri vasi capillari, cioè permeabili, quelli linfatici.

Acqua,leucociti, alcune proteine ma anche germi e prodotti di infiammazione  prendono questa via; la confluenza di molti capillari linfatici in vasi più grandi e non permeabili è un aspetto dell' architettura anatomica del sistema linfatico.

I vasi linfatici che tendono a confluire tra loro confluiscono in strutture specifiche: i linfonodi, vere stazioni ove il sistema immunitario interagisce con il contenuto della linfa.

Tutti i linfatici confluisco nel dotto toracico che  si getta in vena Cava.

Questa è la seconda via di ritorno al cuore dalla periferia.

Così il circolo si è completato.

L'analogia con i nostri sistemi idraulici, che ci consentono di usare l'acqua  che fuoriesce dal rubinetto dissetandoci o lavando gli oggetti sporchi, è evidente.

Dalla fonte fuoriesce l'acqua che con una grande condotta unica iniziale, attraverso ramificazioni, raggiunge differenti città, in ogni città tutte le strade,  tutte le case, in ogni casa tutti i rubinetti. Fin qui l'acqua è separata dall'ambiente esterno.

 Quasi tutti i rubinetti del nostro corpo sono generalmente aperti ma in condizioni eccezionali, ad esempio un grande impegno fisico, si aprono proprio tutti. Il lavabo è il luogo dove noi scambiamo le nostre esigenze con l'acqua; lì laviamo i nostri oggetti affidando all'acqua il compito di portar via le scorie.

Le nostre fogne riproducono il sistema venoso e linfatico che con i suoi tubi porta via il sangue ricco di scorie.

Il nostro corpo possiede 3 laboratori con funzione di depuratori e di produttori o rifornitori di sostanze nobili : i reni, il fegato, i polmoni, essi “rigenerano” il sangue rendendolo nuovamente idoneo a rifornire le cellule.

Come circola l'acqua ? Come circola il sangue?

Entrambi sono sottoposti a forze vettoriali ( una grandezza, una direzione, un verso,)

L'acqua : dalla sorgente la forza di gravità la incanala verso le utenze, i rubinetti, i lavabi, le fognature, la terra e il mare; l'evaporazione la riporta in cielo da dove, con la pioggia, torna in terra ed esce dalla sorgente; così il ciclo è completato.

Il sangue : il cuore è una pompa, cioè un dispositivo capace di imprimere, al fluido che lo attraversa, una forza avente anch'essa una grandezza,una direzione e un verso, che muove il fluido: lo muove nelle tubazioni arteriose fino al capillari (quelli veri).Quando il sangue arriva qui però la forza deve essere pressoché esaurita per consentire un tempo di permanenza sufficientemente lungo da permettere gli scambi descritti.

Il sangue che deve tornare riparte quasi da 0. Il capillare è piccolissimo.

Miliardi di minicuori per ogni capillare erano impossibili.

Ci voleva un altro sistema per creare una forza che dalla punta del nostro alluce come da qualunque altra periferia facesse risalire, contro la forza di gravità, 130 centimetri fino al cuore.

5 “minicuori” + un “accessorio” : sono la soluzione inventata dalla natura per raggiungere l'obiettivo.

 

1° minicuore : la “vis a tergo” letteralmente la “forza da dietro”, cioè la

                     debole pressione arteriosa residua dopo il capillare

 

2° minicuore : la spugna venosa plantare enfatizzata, poi negata, poi

                     rivalutata, comunque c' è e quando appoggiamo il piede a

                     terra il sangue contenuto nelle vene della pianta del piede

                     viene compresso tra il suolo e le ossa del piede.

 

3° minicuore : la pompa muscolare, cioè la spremitura delle vene contenute

                     nei muscoli quando questi si contraggono.

 

4° minicuore : la pulsazione elastica arteriosa. Vene e arterie decorrono l'una

                     addossata all'altra; l'arteria è elastica e quando l'onda

                     pressoria raggiunge un tratto di arteria, questa si dilata ma nel

                     dilatarsi va a comprimere la vena che gli decorre addossata:

                     la pulsazione arteriosa si è cosi in parte trasmessa anche a

                     molte vene. Non a tutte perché le vene sono numericamente

                     molte di più.

 

5° minicuore : i movimenti del torace durante la respirazione servono a

                     creare nella gabbia toracica pressioni superiori a quella

                     atmosferica quando espelliamo l'aria; pressioni inferiori a

                     quella atmosferica quando aspiriamo aria. Però nel torace è

                     contenuta anche il grande collettore venoso che va al cuore,

                     la vena Cava e l'effetto aspirante della pressione

                     subatmosferica si esercita anche sulla vena Cava ove il sangue

                     viene aspirato verso il cuore.

 

Questi minicuori consentono di applicare delle forze al sangue contenuto nelle vene che a loro volta realizzavano la direzione.  Ma il verso ?

A causa dei bassi valori di ognuna delle 5 forze precedenti e di altre forze quali principalmente la gravità e l'espirazione toracica ( che genera una pressione di verso opposto a quella necessaria), si rischiava che il sangue venoso andasse avanti e indietro.

Milioni di valvole direzionali sono contenuti nei tubi venosi e consentono al sangue di spostarsi solo in avanti, verso il cuore.

Questo è l' “accessorio” indispensabile.

Le valvole venose sono delle riflessioni flessibili e morbide della tonaca media e intima della vena con forma di due o tre “mestoli” da zuppa aggettanti nel lume e con la concavità rivolta verso il cuore.

Quando il sangue per effetto delle forze dei minicuori è spinto verso il cuore, le concavità vengono appiattite dal sangue stesso sulla parete e non interferiscono nel normale flusso centripeto.

Quando invece, per insufficienza a vario titolo delle forze dei minicuori,

 la forza di gravità prevale e il sangue tende a tornare indietro (verso centrifugo), lo stesso sangue infilandosi tra la parete e il foglietto valvolare determina il dispiegamento dello stesso, il riempimento dei mestoli fino a quando le tre lamine valvolari, morbide e deformabili, si toccano occludendo il lume del vaso.

In tal modo la lunga colonna di sangue dal piede al cuore, di circa 130 centimetri, viene suddivisa in tante mini colonne di 3 – 10 centimetri e la pressione che sie esercita su ciascun tratto di vena interposto tra due sistemi valvolari risulta modestissima.

Pertanto i minicuori devono far avanzare mini colonne di sangue mettendo in gioco mini forze.

Risulta intuitiva l'importanza del diametro del vaso; se la vena per qualche motivo si dilata, le valvole, per quanto aperte e dispiegate, possono non arrivare a toccarsi e così possono non essere in grado si segmentare le mini colonne di sangue; si creano colonne di sangue lunghe e con pressione idrostatica maggiore; ciò contribuisce ad una ulteriore dilatazione della vena. 

VARICE : vena con valvole incontinenti più o meno dilatata

Ciò che trasforma una vena in una varice è l'incontinenza valvolare; la dilatazione venosa può essere la causa o l'effetto di tale condizione.

Il sistema idraulico venoso dell'arto inferiore é costituito in realtà da due sistemi venosi il Profondo e il Superficiale.

Tali sistemi dal piede all'inguine sono interconnessi con delle vene che li collegano, vene in cui il sangue, per effetto delle valvole che obbligano la direzione del flusso, si muove dal Superficiale verso il Profondo.

Questa spiegazione elementare e figurata della fisiologia del ritorno venoso e dell'essenza della fisiopatologia delle varici ci consente ora di passare all argomento successivo : i tipi più frequenti di varici e le patologie venose più rilevanti.